[Raid Roma-Tokyo] Una grande impresa, con cui condividiamo una piccola coincidenza.

Era il 14 febbraio 1920 quando l’impresa di Arturo Ferrarin ebbe inizio, la sera del 29 maggio in Italia e la mattina del 30 in Giappone quando il suo velivolo toccò terrà nipponica, a Osaka, e il 31 maggio 1920, lunedì, quando arrivarono a Tokyo, accolti da una folla festante e atterrando al parco di Yoyogi accolti da una folla festante e dall’imperatore Hirohito.

Il primo volo su aereo dei fratelli Wright era avvenuto solo 17 anni prima, ma l’ardore del giovane veneto Ferrarin (novello Marco Polo) lo spinse in questa traversata dell’Eurasia. L’enorme, mai percorsa distanza e i mezzi limitati non spaventarono, infatti, il tenente dell’Aeronautica Arturo Ferrarin, che inizialmente doveva essere solo al comando di un volo di supporto e ricognizione per un raid condotto da altri e ispirato dal poeta Gabriele D’Annunzio.

Il tenente dell’Aeronautica Arturo Ferrarin autore della trasvolata Roma Tokyo.

 

Un bellissimo diario dell’accoglienza lo trovate sul sito dell’Istituto Italiano di Cultura a Tokyo. All’interno un video con dei bellissimi disegni fatti dai bambini giapponesi della trasvolata, raccolti in due album destinati alla Regina Elena di Savoia e riscoperti da Satoshi Dobara.

 

Per dare un’idea delle condizioni di volo gli aerei erano dei biplani SVA-9 della Ansaldo (oggi in parte confluita in Leonardo e in altra parte curiosamente passata di proprietà alla giapponese Hitachi) in legno e tela, privi di radio e dotati di solo orologio e bussola per la navigazione. Radiatore e carrello erano poco idonei alle temperature e ai terreni di atterraggio. Non c’era calotta e il pilota e il motorista erano esposti agli agenti atmosferici dall’abitacolo.

Il biplano SVA-9 originale di Ferrarin ospitato presso il Museo Imperiale delle Armi a Osaka, andato distrutto durante la seconda guerra mondiale.

 

L’impresa (raccontata dallo stesso Ferrarin in un libro)  durò 106 giorni in 30 tappe per percorrere 18.000 kilometri (oggi coperti in meno di 24 da un jet di linea). L’arrivo fu trionfale, celebrato per decine di giorni. La potete scoprire in un breve documentario dell’Aeronautica Militare.

Oggi, nel 2020 anno delle Olimpiadi (rinviate a causa della Pandemia di Covid19) di Tokyo si ricorda il centenario di questa avventura pionieristica. A Thiene, paese natale di Ferrarin che ospita il Roma Tokyo Hangar Museum, sono stati allestiti degli aerei con una speciale livrea commemorativa e molto suggestiva e varie celebrazioni hanno avuto luogo in Italia e in Giappone, nonché molta eco mediatica è stata data alla ricorrenza.

Viviamo con particolare partecipazione questa ricorrenza in quanto proprio nelle stesse date (nel week end che va da venerdì 29 maggio (quando Ferrarin toccò il suolo giapponese) al 31 maggio ci è arrivata la nostra “licenza di volo”, cioé la licenza da Tour Operator Europeo (Visita il LINK) per avviare con tutti i crismi la nostra attività di Destination Management Company e Travel Design per il Giappone. Lungi da noi voler paragonare il nostro (seppur lungo e impervio) viaggio burocratico con quello del conterraneo Ferrarin, ma sicuramente, in un momento tanto difficile per il turismo e per nostra vocazione culturale, ci piace pensare di dare un piccolissimo contributo nel rinnovare e tenere acceso lo spirito da esploratori che ha contrassegnato questo storico viaggio.

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